Unioncamere: presentato a Bruxelles il kit anticorruzione a misura di Pmi
Un kit online di strumenti per aiutare le piccole e medie imprese a prevenire e contrastare fenomeni corruttivi nei quali possono incorrere nei rapporti con le pubbliche amministrazioni. Questo il fulcro del progetto ACTS (Anti-Corruption Toolkit for SMEs), proposto da Unioncamere e co-finanziato dal Fondo Sicurezza Interna dell’Unione Europea. Il toolkit, che sarà disponibile a inizio febbraio sul sito http://www.acts-project.eu/, è stato presentato oggi a Bruxelles nell’ambito della Giornata internazionale anti-corruzione, durante un workshop espressamente indirizzato alle PMI ed al quale partecipano anche l’Ambasciatrice d’Italia in Belgio, Elena Basile, e il Vice Primo Ministro belga del Lavoro, dell’Economia e dei Consumatori, Kris Peeters. Alla predisposizione del toolkit in 4 lingue (italiano, inglese, serbo e rumeno), hanno contribuito tutti i partner del progetto, avviato a gennaio 2016: Unioncamere, che si è avvalsa anche della sua struttura omonima presente a Bruxelles, le Camere di commercio di Bari e Latina per l’Italia, la Camera di commercio di Costanza per la Romania, la Camera di commercio e industria della Serbia ed Eurochambres (l’associazione dei sistemi camerali europei). Novità assoluta del toolkit è che si tratta di uno strumento online che consente l’autovalutazione da parte delle piccole e medie imprese del grado di rischio di incorrere in dinamiche corruttive. Insieme all’autovalutazione, il kit fornisce anche indicazioni sulle misure di “autodifesa” o di prevenzione e risposte concrete per attivare strumenti di contrasto. Si va così da suggerimenti molto semplici ma efficaci (come ad esempio il fatto che un imprenditore possa scoraggiare potenziali comportamenti corruttivi non ricevendo mai un pubblico ufficiale da solo), a misure molto più articolate e complesse (quali ad esempio la implementazione di un codice etico aziendale). Il toolkit nasce alla fine di un percorso di analisi e studio del fenomeno della corruzione nei confronti delle PMI, che ha consentito di individuare i meccanismi di natura sociale, economica o culturale che possono facilitare l’emergere di dinamiche distorsive a loro danno. Gli esempi sono molteplici: dalla mancanza di fiducia nella capacità delle istituzioni di intervenire efficacemente, al timore di ritorsioni da parte della criminalità organizzata locale; dalla necessità di identificare i modi per aggirare l’eccessiva burocrazia, alla posizione dell’azienda in una particolare realtà complessa, come può essere quella di una grande città. I modelli di corruzione individuati e classificati sono stati sottoposti ad un’analisi comparativa in Italia, Serbia e Romania diretta a determinare se vi siano fattori o dinamiche trasversali comuni o se esistano fattori legati a specificità territoriali. In questo modo, è stato possibile garantire la trasferibilità e replicabilità a livello nazionale dei risultati.
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